Associazione Commercianti Molise
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PIZZERIA
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Roma, 12 apr. – Nelle pizzerie italiane c’e’ bisogno di circa seimila pizzaioli qualificati, ma nonostante la crisi e la disoccupazione si fa fatica a trovarli. E’ la sintesi estrema di un piu’ ampio report del centro studi Fipe, la federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia, che fara’ da base alla discussione della tavola rotonda del 16 aprile, al ‘Pizza World Show’, Fiera Parma. A sviluppare una domanda di lavoro qualificato cosi’ alta nelle pizzerie, dove la forza lavoro complessiva arriva a 240mila occupati, e’ la produzione. Che siano destinate al servizio al tavolo o a quello da asporto, a sfornare pizze sono 25mila pizzerie e altrettante sono quelle che sfornano pizza a taglio, generando un fatturato aggregato di circa nove miliardi di euro. La difficolta’ nel reperire personale esperto porta i gestori, almeno in un caso su cinque, ad accontentarsi di reclutare personale non qualificato a cui erogare (40% dei casi) formazione adeguata. L’80% del fabbisogno di pizzaioli specialisti riguarda le piccole imprese ed oltre un’assunzione su due tra quelle non stagionali e’ a tempo indeterminato. Fra le curiosita’ maggiori che emergono dal report, dal punto di vista del consumatore, c’e’ sicuramente la scelta della pizza come alimento per la colazione (8%), mentre piu’ scontato appare il 75% del campione che ne fa oggetto di cena. La pizza continua comunque a rappresentare un antidoto contro la crisi perche’ consente di consumare in compagnia un prodotto di qualita’ a buon prezzo. Secondo gli ultimi dati dell’osservatorio prezzi, infatti,un pasto in pizzeria, se l’ordinazione si limita a pizza e bibita, ha un costo compreso tra i 7 e gli 11 euro. Il profilo classico della pizzeria, intesa come locale, e’ di 126 metri quadrati, con 67 posti a sedere interni e 23 esterni, un’apertura media annua di 280 giorni, un volume d’affari di 260 mila euro e 6,5 addetti. .